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Nell’anno oggetto del rapporto il quantitativo di latte commercializzato è diminuito dell’1,5 %, attestandosi a 3,43 milioni di tonnellate. Di queste, 29 000 tonnellate circa (0,8 %) provenivano dal Principato del Liechtenstein e dalle zone franche attorno a Ginevra. La quota di latte biologico rispetto al quantitativo totale di latte commercializzato è stata del 6,8 %, quella ottenuta con foraggiamento senza insilati del 30,4 %. Circa 97 000 tonnellate (2,9 %) del latte commercializzato sono state prodotte in aziende d’estivazione.

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Mezzi finanziari e dati statistici – 2016

Anche nel 2016 la Confederazione ha concesso un supplemento per il latte trasformato in formaggio di 15 centesimi il chilogrammo e un supplemento per il foraggiamento senza insilati di 3 centesimi il chilogrammo. Per entrambi i supplementi sono stati spesi, come l’anno scorso, 293 milioni di franchi. Per l’amministrazione dei dati sul latte e per i mezzi informatici in ambito lattiero la Confederazione ha stanziato 2,5 milioni di franchi circa.

L’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) ha concluso con la TSM Fiduciaria Sagl (TSM) un accordo di prestazione, in base al quale quest’ultima è incaricata di registrare e verificare i dati della produzione lattiera e della valorizzazione del latte. I valorizzatori di latte sono tenuti a fornire tali dati a cadenza mensile. La TSM è responsabile dell’ottemperanza dell’obbligo di notifica. In caso d’irregolarità, alle ditte e aziende interessate vengono irrogate sanzioni. Avvalendosi dei dati sulla valorizzazione del latte trasmessile, la TSM elabora i dati per il versamento dei supplementi. Essi vengono trasmessi due volte la settimana all’UFAG, il quale provvede al versamento ai valorizzatori di latte che successivamente li erogheranno ai produttori.

Conformemente all’ordinanza sul sostegno del prezzo del latte (OSL; RS 916.350.2), i valorizzatori sono tenuti a versare i supplementi entro il termine di un mese ai produttori dai quali hanno acquistato il latte trasformato in formaggio. I supplementi vanno indicati separatamente nel conteggio concernente l’acquisto di latte per i produttori. I valorizzatori del latte sono tenuti altresì a indicare nella loro contabilità i supplementi ricevuti e pagati. Il grafico seguente mostra, per l’anno civile 2016, da un lato il numero di valorizzatori di latte che hanno ricevuto supplementi, dall’altro i supplementi per il latte erogati dai valorizzatori, in base alle classi di dimensioni dei supplementi ricevuti.

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Nell’anno oggetto del rapporto hanno beneficiato di supplementi per il latte 2281 valorizzatori, per un totale di 293 milioni di franchi; l’importo corrisposto mediamente a ciascun valorizzatore ammontava a 128 000 franchi. Dalla ripartizione emerge che i supplementi sono concentrati su poche grandi aziende di trasformazione del latte: il 20 % dei valorizzatori ha infatti ricevuto il 94 % circa dei supplementi per il latte, 1362 aziende di trasformazione (60 %) hanno invece ricevuto al massimo 10 000 franchi. In questi casi si trattava prevalentemente di aziende d’estivazione con produzione in proprio di formaggio. Per questa classe di dimensioni i supplementi erogati per il latte trasformato in formaggio ammontavano a 4,8 milioni di franchi.

Il Settore Revisioni e ispezioni dell’UFAG effettua controlli basati sul rischio presso i valorizzatori che notificano i dati sul latte e richiedono supplementi. Nell’anno oggetto del rapporto sono state controllate 225 aziende. Gli ispettori dell’UFAG hanno sollevato contestazioni su 79 delle aziende controllate. La maggior parte di queste ha comportato un’ammonizione a causa, ad esempio, di lievi errori di registrazione o lacune riscontrate per la prima volta. I valorizzatori che hanno ricevuto supplementi in eccesso sulla scorta di notifiche scorrette dei dati sulla valorizzazione del latte sono tenuti a restituirli.

Uscite nel settore dell’economia lattiera

Nell’anno oggetto del rapporto in Svizzera le aziende produttrici di latte erano 11 184 nella regione di pianura (incl. zona collinare) e 9906 nella regione di montagna. Rispetto all’anno lattiero 2015, il loro numero è sceso del 3,5 %, ossia di 761 unità. Praticamente ogni giorno più di due aziende abbandonano la produzione lattiera. Inoltre, nel periodo dell’alpeggio, le aziende d’estivazione dedite alla produzione di latte sono state 2583, per un quantitativo di latte commercializzato pari mediamente a 37 645 chilogrammi per azienda.

Nel 2016 il quantitativo di latte commercializzato ammontava mediamente a 200 160 chilogrammi per azienda di pianura e a 108 246 chilogrammi per azienda di montagna. Nel 2015 nella regione di pianura sono stati commercializzati in media 3168 chilogrammi in più contro i circa 2743 chilogrammi in più nella regione di montagna. Negli ultimi dieci anni si sono registrati incrementi delle forniture del 62,7 % per le aziende di pianura e del 45,4 % per quelle di montagna. La diversa evoluzione palesa le migliori opportunità di crescita nella regione di pianura. Nel 2016 la crescita percentuale rispetto all’anno precedente del quantitativo medio di latte nella regione di pianura era minore di quella nella regione di montagna. 

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A partire dal 2014 cambiamento della fonte di dati dall’anno lattiero (1.5 – 1.4) all’anno civile (1.1 – 31.12)


Rispetto all’anno lattiero 2000/01 la quantità di latte commercializzata è aumentata quasi del 24,6 % per vacca e del 40,8 % per ettaro di superficie agricola utile, toccando nel 2016 rispettivamente 6225 e 6025 chilogrammi. Rispetto all’anno scorso l’aumento ammontava a 9 chilogrammi per vacca (+0,1 %) e a 13 chilogrammi per ettaro (+0,2 %).

Nel 2016 le aziende produttrici di latte gestite tutto l’anno e le aziende d’estivazione hanno commercializzato rispettivamente 3,31 milioni e circa 97 000 tonnellate di latte. Il 40,3 % dei produttori di latte ne ha commercializzato meno di 100 000 chilogrammi all’anno e la loro quota rispetto alla produzione totale è stata pari solo al 15,2 %. Le aziende produttrici di latte con un quantitativo annuo superiore a 350 000 chilogrammi hanno raggiunto una quota del 25,6 % rispetto al quantitativo totale di latte commercializzato. Nell’anno oggetto del rapporto 608 aziende hanno commercializzato più di 500 000 chilogrammi di latte rispetto alle 585 dell’anno precedente.

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Organizzazione di categoria Interprofessione Latte

L’Organizzazione di categoria Interprofessione Latte (IP Latte) è la piattaforma dell’economia lattiera svizzera. Con la decisione dell’11 dicembre 2015 il Consiglio federale ha dichiarato vincolanti fino al 31 dicembre 2017 anche per i non membri le disposizioni del contratto standard dell’IP Latte e quelle del regolamento sulla segmentazione del mercato lattiero. Per i non membri, dunque, vige l’obbligo di concludere contratti scritti per tutte le vendite e gli acquisti di latte con una durata minima di un anno. Nei contratti di acquisto, inoltre, il quantitativo di latte deve essere suddiviso in base al relativo scopo di utilizzo nei segmenti A, B e C. Nei conteggi del pagamento del latte i quantitativi di latte e i prezzi devono figurare individualmente per ciascun segmento.

Classificazione del latte nei vari segmenti, secondo lo scopo di utilizzo

Segmento A                                  Prodotti a elevato valore aggiunto con protezione doganale o sostegno (supplementi per latte trasformato in formaggio, compensazione del prezzo della materia prima).
Segmento BLatticini con valore aggiunto limitato senza protezione doganale o sostegno per il mercato interno e per l’esportazione.    
Segmento CProdotti a basso valore aggiunto per il mercato mondiale.

I commercianti e i valorizzatori sono tenuti a notificare mensilmente alla TSM i quantitativi di latte venduti e acquistati per ogni segmento e per i segmenti B e C i latticini prodotti ed esportati. Nel 2016, secondo la valutazione del primo acquisto di latte, l’83,0 % di latte è stato commercializzato nel segmento A, il 14,5 % in quello B e il 2,5 % nel segmento C. Le quote sono quindi rimaste praticamente invariate rispetto all’anno precedente.

A conclusione di un anno civile, la TSM verifica se i quantitativi di latte acquistati nei segmenti B e C coincidono con i quantitativi venduti o con i latticini prodotti ed esportati in questi stessi segmenti. Nel caso di differenze superiori al 5 % per segmento nell’arco di un anno l’IP Latte può irrogare sanzioni. Nell’anno oggetto del rapporto la TSM ha verificato presso 19 valorizzatori del latte se nel 2015 avevano utilizzato il latte acquistato nei segmenti B e C soltanto per la produzione di prodotti autorizzati. Due casi di valorizzatori del latte, in cui la TSM ha constatato delle lacune, sono stati inoltrati all’amministrazione IP Latte per verifica. Nell’estate del 2016 sono stati chiusi i due casi; in uno di essi la IP Latte ha adottato delle misure.  

Hans Ulrich Leuenberger, UFAG, Prodotti animali e allevamento, hansulrich.leuenberger@blw.admin.ch
Rudolf Büschlen, UFAG, Prodotti animali e allevamento
Monika Meister, UFAG, Prodotti animali e allevamento

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