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Attuazione della decisione di Nairobi e prospettive sull’11a conferenza dei ministri dell’OMC

La conferenza dei ministri, il supremo organo decisionale dell’OMC, si riunisce a cadenza biennale. Nel dicembre 2015, alla 10a conferenza dei ministri è stato varato il cosiddetto pacchetto di Nairobi, di particolare importanza anche per l’agricoltura. Oltre al mandato negoziale per la detenzione di scorte da parte dello Stato con il fine della sicurezza alimentare (Public Stockholding PSH) e per la creazione di un meccanismo di protezione speciale per i Paesi in via di sviluppo (Special Safeguard Mechanism SSM), è stato adottato un decreto per l’abolizione di tutte le sovvenzioni all’esportazione e il disciplinamento di altri provvedimenti rivolti all’esportazione che riveste una particolare importanza per la Svizzera. Nel quadro della cosiddetta legge sul cioccolato la Svizzera finora ha versato sovvenzioni all’esportazione per le materie prime latte e cereali nei prodotti agricoli trasformati. Il disegno di legge con cui si intende sostituirla a partire dal 2019 è stato licenziato dal Consiglio federale la scorsa primavera ed è stato sottoposto in Parlamento (cfr. anche in basso).

Dal secondo semestre 2016 i lavori nell’OMC si sono concentrati sui preparativi dell’11a conferenza dei ministri prevista dal 10 al 13 dicembre 2017 a Buenos Aires. I negoziati agricoli sono di nuovo al centro delle discussioni poiché sono decisivi per il successo. Le discussioni hanno però iniziato lentamente e in maniera poco costruttiva, anche a causa dello scorso impegno di membri importanti quali gli USA e l’India. Poco prima della pausa estiva 2017 sono state avanzate proposte per il disciplinamento del sostegno distorsivo del commercio dei membri nonché di restrizioni all’esportazione. Le posizioni dei membri tuttavia sono ancora distanti tra loro. Lo stesso vale per le discussioni sul PSH. L’UE come sostenitrice del sistema multilaterale ha presentato proposte quasi in tutti i gruppi di negoziati. Gli USA, invece, restano del tutto privi di una posizione poiché la nuova amministrazione americana non ha ancora stabilito come intende muoversi nei confronti dell’OMC. Se i membri, nei restanti 4 mesi che precedono la conferenza dei ministri, riusciranno ad elaborare dei documenti negoziali non è dato sapere al momento della chiusura della redazione.

Temi attuali nel settore agricolo

La politica agricola degli Stati membri dell’Organizzazione mondiale del commercio è verificata a cadenza regolare nel quadro del cosiddetto «Trade Policy Review» (TPR). Il segretariato dell’OMC analizza gli sviluppi dei principi di politica commerciale in loco e pubblica un rapporto all’attenzione degli altri Paesi membri. Questi hanno la possibilità di porre domande agli Stati analizzati sulla loro politica. La procedura si conclude con un’audizione a Ginevra nella quale i membri e lo Stato analizzato possono confrontarsi in maniera intensiva.

Nella primavera 2017 è stato il turno della politica commerciale svizzera che viene sempre esaminata insieme a quella del Liechtenstein. Delle circa 350 domande inoltrate, 70 riguardavano direttamente o indirettamente il settore primario. In generale la politica economico-commerciale della Svizzera gode di una reputazione molto buona. Riconoscimento e apprezzamento sono stati espressi soprattutto per il considerevole impegno che la Svizzera dimostra da tempo nel perseguire un sistema commerciale internazionale efficace. Ciononostante al settore agricolo sono state mosse aspre critiche. A irritare i membri dell’OMC sono soprattutto l’elevato sostegno statale e la protezione doganale di cui gode la maggior parte dei prodotti agricoli.

Anche l’UE nel 2017 ha dovuto sottoporsi al TPR. Poiché dall’ultimo TPR non sono state intraprese modifiche nella politica agricola dell’UE, non ci sono state sorprese.

Alla rubrica monitoraggio delle decisioni di Bali, i membri passano in rassegna l’attuazione degli impegni presi alla conferenza dei ministri del 2015. La Svizzera, ma anche la Norvegia e il Canada per esempio, è tenuta a stilare un rapporto sulle misure adottate all’interno del Paese per eliminare le sovvenzioni all’esportazione. L’obbligo per la Svizzera e altri Paesi è quello di eliminare completamente gli aiuti all’esportazione entro la fine del 2020.

Krisztina Bende, UFAG, Settore Relazioni commerciali, krisztina.bende@blw.admin.ch
Michèle Däppen, UFAG, Settore Relazioni commerciali, michele.daeppen@blw.admin.ch

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