Zurück


Introduzione

Nel messaggio concernente l’evoluzione della politica agricola negli anni 2014 – 2017 nei mercati delle derrate alimentari sempre più liberalizzati e volatili viene elogiata l’importanza della garanzia di un’adeguata trasparenza da parte di un osservatorio indipendente. L’UFAG monitora da anni i mercati agricoli più importanti ai vari livelli commerciali. L’Analisi di mercato, in quanto servizio esecutivo, si fonda sulla base legale stabilita nell’articolo 27 capoverso 1 LAgr. In particolare si concentra sulle evoluzioni di prezzo nei settori carne, latte, uova, prodotti della campicoltura, frutta e verdura che costituiscono oggetto di analisi approfondita del presente contributo.
Nelle sezioni seguenti sono descritte le evoluzioni di prezzo ai livelli commerciali «Produzione», «Commercio all’ingrosso per il canale della ristorazione» nonché «Commercio al dettaglio» e «Consumo». Inoltre viene esaminata in parte anche l’evoluzione dei prezzi dei prodotti biologici e convenzionali. Occorre tener presente che i confronti dei prezzi e della loro evoluzione tra i diversi gruppi di prodotti e livelli commerciali sono resi difficili dall’eterogenea definizione di prezzo ai diversi livelli (p.es. diversa combinazione di label o diverso grado di trasformazione).

Prezzi alla produzione

Nella produzione lattiera il 2016 è stato caratterizzato da un calo dei prezzi. In media il prezzo del latte rispetto all’anno precedente ha subito una flessione del 2,0 % attestandosi a 60.64 centesimi al chilogrammo e ha seguito l’evoluzione dei prezzi esteri. Rispetto al 2000 si osserva un massiccio calo del prezzo del latte (-19,7 % negli anni 2014/16) come pure di quelli del latte di caseificio e del latte biologico, seppur in misura non così marcata (-13,6 e -12,5 %). Questa flessione è dettata da diversi motivi, tra cui l’andamento dei prezzi a livello internazionale (ulteriori informazioni sul rapporto Prospettive del mercato lattiero).

Nel 2016 sul mercato del bestiame da macello si sono osservati prezzi stabili soprattutto per i bovini così come sul mercato della carne biologica (torelli QM: 9.09 fr./kg PM). Data la scarsa offerta per via della diminuzione degli effettivi di animali, i prezzi delle vacche da macello seguono una costante tendenza al rialzo che emerge chiaramente dal confronto a lungo termine (2014/16 vs. 2000/02). Anche i prezzi dei suini da macello QM sono leggermente aumentati rispetto al 2015 (+3.78 fr./kg PM). Nell’analisi a lungo termine il livello attuale risulta nettamente al di sotto dei prezzi registrati nel 2000.

I prezzi delle uova si sono mantenuti relativamente costanti negli ultimi anni, anche in ragione della pianificazione della produzione e della gestione dei quantitativi nel quadro dell’integrazione verticale predominante in questo mercato. Tra il 2002/04 e il 2014/16 i prezzi 2002/04 sono risultati complessivamente più elevati (dato anche l’ampliamento della copertura del rilevamento dei centri di raccolta).

Nel settore dei cereali indigeni nel 2016 rispetto al 2015 si sono osservati un lieve rialzo dei prezzi del frumento panificabile e un tendenziale ribasso di quelli degli alimenti per animali. Il calo di prezzo tra il 2000/02 e il 2014/16 è in parte riconducibile alle mutate condizioni quadro, come la riduzione dei prezzi soglia.

Per quanto riguarda le sarchiate le condizioni meteorologiche hanno avuto una grande influenza sui prezzi alla produzione. I prezzi delle patate nel 2016 hanno segnato un notevole rincaro rispetto al 2015, riconducibile essenzialmente alle perdite di raccolto causate dall’umidità nella fase successiva alla piantagione e dal caldo registrato tra giugno e luglio.

I prezzi della frutta sotto osservazione rispetto all’anno precedente sono diminuiti per le mele mentre per gli altri tipi di frutta si sono registrati incrementi lievi fino a notevoli. Per le ciliegie l’elevato aumento di prezzo pari al 10,5 % è influenzato dal raccolto nel 2016 nel complesso inferiore e dalla maggiore quota di merce di grosso calibro rispetto all’anno precedente. Le fragole hanno segnato un incremento di prezzo del 4,2 %. Anche se il raccolto di fragole è stato più abbondante rispetto all’anno precedente, il volume del raccolto è stato distribuito in maniera più uniforme nell’arco della stagione per cui ci sono stati meno picchi di produzione con prezzi bassi.

Per la verdura prodotta convenzionalmente i prezzi di riferimento franco distributore all’ingrosso rispetto al 2015 si sono evoluti in maniera non uniforme. Ad esempio per le carote si è registrato un calo dei prezzi pari al 15,1 % raggiungendo quota 1.07 fr./kg, ma d’altro canto per le cipolle si è avuto un incremento del 21,2 % segnando 0.80 fr./kg (2016). La differente evoluzione per questi due prodotti potrebbe essere dovuta al fatto che i quantitativi stoccati l’anno precedente per il 2016, per le carote erano nettamente maggiori rispetto al 2015, il che ha provocato prezzi più bassi nel primo semestre 2016. Per le cipolle la situazione è stata inversa.

Prezzi nella fornitura e nell’acquisto all’ingrosso

Gli addetti alla ristorazione e i consumatori privati possono avere accesso a un ampio assortimento di alimenti in confezioni di dimensioni più grandi grazie alla fornitura e all’acquisto all’ingrosso. Dal 2013 pertanto vengono osservati i prezzi a livello di fornitura e acquisto all’ingrosso.

Per quanto riguarda i latticini sono stati smerciati prevalentemente latte intero standardizzato UHT (1.17 fr./l), panna intera (5.61 fr./l), yogurt (3.64 fr./l), mozzarella (7.74 fr./kg) e burro (12.44 fr./kg). Rispetto all’anno precedente i prezzi dei prodotti osservati nel 2016 sono per lo più diminuiti.

Nel segmento della carne fresca nel 2016 è stata venduta prevalentemente carne bovina (32,6 %) e di suino (34,8 %). La quota delle importazioni è ammontata al 16,4 % lungo tutto il segmento. Mentre per la carne bovina tendenzialmente i prezzi sono diminuiti rispetto all’anno precedente, i prezzi dei prodotti a base di carne di suino, quali le costolette (12.18 fr./kg), sono aumentati. La disponibilità della carne biologica è trascurabile (quota 0,3 %).

Per le uova la quota delle importazioni nel commercio all’ingrosso, pari a oltre il
50 %, è nettamente superiore rispetto a quella del commercio al dettaglio, in primo luogo a causa dei prezzi più bassi. Rispetto al 2015 nel complesso per tutte le categorie sono stati osservati prezzi comparativamente stabili.

Per le patate le varietà più vendute sono quelle resistenti alla cottura nonché quelle della categoria «patate da tavola per alte temperature», adatte per essere arrostite e fritte. Rispetto al 2015 i prezzi di tutti i tipi di patate sono aumentati, indipendentemente se biologici oppure no. Per i principali tipi di patate l’incremento di prezzo ammonta a poco più del 10 % circa e rispecchia la scarsa offerta a causa dei bassi quantitativi del raccolto 2015 e di un altrettanto scarso raccolto 2016.

I prezzi della verdura fresca osservata dal 2015 hanno subito un andamento non uniforme. Per la verdura prodotta convenzionalmente le differenze di prezzo maggiori riguardano carote (-3,7 %) e cavolfiore (+7,7 %). La verdura biologica, a seconda dei prodotti, ha segnato un andamento dei prezzi nettamente differente (p.es cavolfiore
-6 %), ma rispetto al commercio al dettaglio ha rappresentato soltanto una minima parte delle vendite di verdura. Tra la verdura fresca osservata carote e pomodori hanno detenuto la maggior quota dal profilo del valore nell’offerta della verdura fresca (incl. patate e funghi) nella fornitura e nell’acquisto all’ingrosso. La loro quota, rispettivamente con il 4 e il 3 %, è inferiore rispetto a quella del commercio al dettaglio, il che mostra che nel segmento della verdura fresca nella fornitura e nell’acquisto all’ingrosso le altre verdure svolgono un ruolo più significativo rispetto al commercio al dettaglio.

Prezzi al consumo

I prezzi dei latticini (escl. bio), tranne poche eccezioni, hanno subito netti cali analogamente all’evoluzione dei prezzi alla produzione. Alcuni formaggi, come la mozzarella (-36,4 % nel confronto degli anni 2000/02 – 2014/16), sono diventati tendenzialmente più convenienti grazie alla liberalizzazione del commercio caseario e anche i prezzi dei prodotti della linea bianca, come il latte intero standardizzato UTH a 35 grammi sono nettamente diminuiti (-16,8 %). A breve termine nel 2016 i prezzi della maggior parte dei latticini sono diminuiti rispetto all’anno precedente. Soltanto nel settore caseario sono stati registrati talvolta prezzi in aumento. Nel settore biologico, invece, i prezzi sono rimasti stabili rispetto all’anno precedente.

Per la carne nel 2016, tranne poche eccezioni (p.es. carne di vitello), sono stati osservati prezzi al consumo più elevati rispetto all’anno precedente, analogamente all’evoluzione dei prezzi alla produzione. Nel confronto sul lungo periodo (2000/02 – 2014/16) i prezzi sono aumentati, ad eccezione della carne di suino e di alcuni prodotti di trasformazione a base di carne di suino, come ad esempio i wienerli. Occorre comunque ricordare che, oltre alla tendenza al consumo di carne povera di grassi, anche il rapporto tra offerta e domanda ha una notevole influenza sul prezzo della carne di suino (il che si ripercuote sul ciclo di produzione del maiale).

Nel 2016 i prezzi al consumo delle uova svizzere sono rimasti stabili, quelli delle uova importate sono diminuiti. A lungo termine i prezzi delle uova fresche (escl. importazioni) restano relativamente stabili, mentre le uova sode (escl. importazioni) hanno segnato notevoli rincari.

Per le patate, i prezzi sono fortemente influenzati dall’offerta e dalla domanda. Come già nel 2015, è stato conseguito uno scarso raccolto e si è registrato nuovamente un incremento di prezzo sia per le patate biologiche sia per quelle prodotte convenzionalmente. Rispetto agli anni 2005/07 nel 2014/16 per le merci prodotte convenzionalmente si sono osservati prezzi in calo, mentre per le patate biologiche, ad eccezione di quelle da raclette, si sono registrati prezzi più elevati.

Lo zucchero cristallizzato nel periodo tra il 2000/02 e il 2013/15 è diventato nettamente più conveniente (-20,7 %; 1.04 fr./kg nel 2015). Tale sviluppo si è quindi allineato al crollo dei prezzi nell’UE.

Per la frutta prodotta convenzionalmente di provenienza svizzera ed estera, rispetto all’anno precedente, sono aumentati i prezzi al dettaglio di mele (Golden Delicious), pere (Conférence), albicocche, prugne e ciliegie. Le fragole, invece, hanno segnato prezzi più bassi. Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi a lungo termine, si evince che i prezzi delle mele Golden Delicious sono diminuiti tra gli anni 2000/03 e 2013/16. Albicocche, fragole (periodi 2000/02 e 2014/16), ciliegie e prugne in questo periodo hanno subito rincari fino al 25,1 %.

Come per la frutta, anche i prezzi della verdura prodotta convenzionalmente con provenienza svizzera ed estera sono evoluti in maniera differente rispetto all’anno precedente. Mentre il prezzo del sedano rapa è diminuito e quello dei pomodori e delle carote è rimasto più o meno stabile, i prezzi di altri tipi di verdura osservati sono aumentati. A lungo termine i prezzi della verdura destinata all’immagazzinamento (carote, cipolle e sedano rapa) nonché dei pomodori sono aumentati nel periodo 2013/16 rispetto agli anni 2000/03, mentre lattuga cappuccio, cavolfiore e in particolare i cetrioli hanno segnato diminuzioni di prezzo nell’intero periodo. La maggior parte della verdura biologica osservata in questo periodo ha subito rincari, soltanto i prezzi dei cetrioli sono diminuiti.

Cornel Herrmann, UFAG, Settore Osservazione del mercato, cornel.herrmann@blw.admin.ch

Facebook Twitter